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mercoledì 31 agosto 2011

Manuale alla fotografia digitale: 4.1.1 Influenza della lente sulla lunghezza focale

La lunghezza focale di un obiettivo determina il suo angolo di visuale, e quindi anche quanto il soggetto viene ingrandito rispetto alla sua posizione. Gli obiettivi grandangolari hanno piccole distanze focali, mentre i teleobiettivi hanno grandi lunghezze focali.

Nota: La posizione in cui i raggi di luce si incrociano non è necessariamente uguale alla lunghezza focale, come indicato qua sopra, ma è invece approssimativamente proporzionale a questa distanza. Pertanto con lunghezze focali maggiori il risultato sarà di avere visuali strette, come raffigurato.

Molti diranno che la lunghezza focale determina anche la prospettiva di un immagine, ma a rigor di termini, la prospettiva cambia solo con la propria posizione rispetto al soggetto. Se si cerca di raggiungere gli stessi soggetti sia con un grandangolo che con un teleobiettivo, effettivamente si cambia prospettiva, perché si è costretti a spostarsi più vicino o più lontano dal oggetto. Soltanto per questi scenari, l'obiettivo grandangolare esagera o schiaccia prospettiva, considerando che un tele-obbiettivo invece la comprime o la appiattisce.


A sinistra potete vedere la foto scattata con un grandangolo, mentre a destra vedete al solita foto, ma scattata con un tele-obbiettivo. 
Il controllo della prospettiva può essere un potente strumento di composizione in fotografia, e determina spesso la propria scelta di lunghezza focale (quando si può fotografare da qualsiasi posizione). Si noti come i soggetti all'interno della struttura rimangono pressoché identici - richiedendo quindi una posizione più vicina per il grandangolo più ampio. Le dimensioni relative degli oggetti, però, hanno un cambiamento tale che la porta lontana diventa più piccola rispetto alle lampade nelle vicinanze. 
La seguente tabella fornisce una panoramica di ciò che possiamo considerare un grandangolo o un tele-obbiettivo, in aggiunta ai loro usi tipici. Si prega di notare che le lunghezze focali elencate sono solo campi di massima, e gli impieghi effettivi possono variare notevolmente; usano lenti molte tele di paesaggi lontani per comprimere prospettiva, per esempio.

Focali corte hanno larghi angoli visuali, mentre focali più lunghe hanno proporzionalmente angoli più stretti. 
Che cosa succede se si cambia la dimensione del sensore?
- se si diminuisce la dimensione del sensore, l'angolo di campo per una data focale diventa più stretto
- se si aumenta la dimensione del sensore, l'angolo di campo per una data focale diventa più largo
Per esempio, un 50mm è l'obiettivo "normale" per il formato 35mm, ma diventa un tele sulle fotocamere digitali compatte o un grandangolo su una fotocamera medio formato.


La formula per calcolare l'angolo di campo è: 
Angolo = 2*arctan(d/2f)  
d è la diagonale del sensore, f è la lunghezza focale.

La tabella seguente mostra l'angolo di campo per numerose lunghezze focali (mm) e dimensioni del sensore.


Anche altri fattori possono essere influenzati dalla lunghezza focale dell'obiettivo. I teleobiettivi sono più sensibili alle piccole vibrazioni della fotocamera causate da piccoli movimenti della mano e si amplificano all'interno dell'immagine, simile a quello che succede quando si cerca di guardare attraverso un binocolo con un grande zoom. Gli obiettivi grandangolari sono in genere più resistenti al riflesso, in parte perché i progettisti danno per scontato che il sole è più probabilmente visibile all'interno della struttura per un angolo di visuale più ampio. Una considerazione finale è che le lenti con lunghezza focale media o un teleobiettivo generalmente hanno una migliore qualità ottica per la stessa fascia di prezzo.

Manuale alla fotografia digitale: 4.1 Capire come funzionano le lenti di una fotocamera (nello specifico)

Elementi di una lente e qualità dell’immagine
Tutte le fotocamere, tranne le più semplici, contengono lenti che sono in realtà composte da diverse “elementi ottici”. Ciascuno di questi elementi si propone di orientare il cammino dei raggi luminosi in modo tale da ricreare l'immagine il più accuratamente possibile sul sensore digitale. L'obiettivo è di ridurre al minimo le aberrazioni, pur utilizzando il minor numero di elementi e che questi costino il meno possibile. 


Le aberrazioni ottiche si verificano quando per ogni punto dell'immagine, una volta passato attraverso la lente, non si traduca su di un altro singolo punto, causando la sfocatura dell'immagine, il contrasto ridotto o il disallineamento dei colori (aberrazione cromatica). Le lenti possono però anche soffrire di irregolarità, ciò causa una diminuzione radiale della luminosità dell'immagine (vignettatura) o una distorsione. 
Immagine originale senza nessuna tipo di abberrazione
Difetto della lente che ha causato una
perdita di contrasto nell’immagine.
Difetto della lente che ha causato un'aberrazione
cromatica nell’immagine.
Si può infatti notare come i colori non siano per nulla fedeli all’immagine originale.

Difetto della lente che ha causato un leggero difetto
di sfocatura (dall’inglese blurring) nell’immagine.

Difetto della lente che ha causato una distorsione
dell’immagine perdendo i dettagli ai lati della stessa.

In questo caso abbiamo un difetto della lente che ha
causato una sorta di vignettatura ai bordi dell’immagine.
Ciascuno dei problemi qui sopra è presente in una piccola misura in qualsiasi obiettivo. Nel resto di questo manuale, quando un obiettivo è indicato come una minor qualità ottica rispetto ad un altro obiettivo, questo si può notare attraverso la comparsa di una di queste aberrazioni trattate qua sopra. Alcuni di questi manufatti (o artefatti, o comunque una delle aberrazioni di cui si è parlato sopra) dell’obiettivo potrebbero non essere così sgradevolei come altri, a seconda di quale sia il soggetto che stiamo fotografando.

lunedì 29 agosto 2011

Manuale alla fotografia digitale: 4. Capire come funzionano le lenti di una fotocamera (in breve)

Capire come funzionano le lenti di una fotocamera (in breve)

Capire il funzionamento delle lenti della propria fotocamera, contribuisce ad aggiungere un maggiore controllo creativo della fotografia digitale. Scegliere l'obiettivo giusto per poter far ciò può diventare però, molto complesso tra costi, dimensioni, peso, velocità della lente e qualità dell'immagine. Questo capitolo mira a migliorare la comprensione, fornendo una panoramica introduttiva dei concetti relativi alla qualità dell'immagine, lunghezza focale, prospettiva, obbiettivi macro vs obiettivi zoom e diaframma o f.
4.1 Lunghezza focale 
La lunghezza focale è la distanza (in millimetri) tra il punto nodale dell'obiettivo (il punto dal quale provengono i raggi di luce che attraversano l'obiettivo) e il piano focale della fotocamera (la pellicola o il sensore). Esistono 2 tipi di obiettivi: 
  • quelli a focale fissa - 
  • quelli a focale variabile (cosiddetti zoom) 
Una lunghezza focale alta (es.300mm) equivale ad un alto fattore di ingrandimento. Al contrario una lunghezza focale bassa (es.35mm) corrisponde ad un basso fattore di zoom. Quindi gli obiettivi con una lunghezza focale alta possono servire o a fotografare oggetti lontani oppure a fotografare nel dettaglio oggetti vicini. 
La lunghezza focale di un obiettivo cambia in base alla grandezza del piano focale della macchina fotografica su cui è montato. I valori indicati sul corpo dell'obiettivo sono quelli che si hanno con il formato 35mm (del piano focale). Se per esempio si monta un obiettivo 75-300mm su una reflex digitale con piano focale di 22.2x14.6mm la lunghezza focale reale sarà di 112-480mm (x1.6). 

4.2 Luminosità 

La luminosità di un obiettivo determina la quantità di luce che va a colpire il piano focale della macchina fotografica. La luminosità di un obiettivo è indicata con la scritta f1.4 piuttosto che f2.8, f4, f5.6 ecc... Questo valore è espresso sotto forma di frazione (in realtà sarebbe f/2.8) quindi un obiettivo con luminosità f2.8 è più luminoso di un obiettivo con luminosità f5.6. Più un obiettivo è luminoso, più sarà semplice scattare foto in situazioni di luce scarsa. Un obiettivo molto luminoso è anche detto "obiettivo veloce": questo perché permette, grazie alla sua luminosità, di tenere tempi di diaframma minori e quindi di riuscire a fotografare soggetti in movimento. 

4.3 Angolo di campo 

L'angolo di campo è la porzione di scena che viene impressa sul piano focale della fotocamera. Più la lunghezza focale aumenta, più si restringe l'angolo di campo. Lunghezza focale e angolo di campo sono inversamente proporzionali. All'aumentare della lunghezza focale l'angolo di campo si restringe. 

4.4 Distanza minima di messa a fuoco 

La distanza minima di messa a fuoco è un parametro importante per la macrofotografia. In pratica è la distanza minima da tenere dal soggetto per permettere all'obiettivo di metterlo correttamente a fuoco. 

4.5 Obiettivi grandangolo e ultra grandangolo 

Gli obiettivi grandangolari sono gli obiettivi con le lunghezze focali più basse (18-35mm)  in modo che l'angolo di campo sia il maggiore possibile. Le lunghezze focali corte tendono ad accentuare l'effetto di prospettiva facendo sembrare gli oggetti in primo piano più grandi di quanto lo siano in realtà e più piccoli quelli lontani. Questi obiettivi offrono una buona profondità di campo in quanto riescono a mettere a fuoco sia il primo piano che il panorama. Per le foto in spazi chiusi gli obiettivi grandangolari sono ottimi perchè grazie all'ampio angolo di campo riescono ad inquadrare tutta la scena senza dover indietreggiare troppo. Questi obiettivi sono adatti per scattare foto di paesaggi, interni e architettura. 

4.6 Obiettivi macro

Gli obiettivi macro sono obiettivi progettati per offrire distanze minime di messa a fuoco molto basse. Le lunghezze focali più adatte per questi obiettivi sono di circa 100mm. Gli obiettivi macro sono ideali per fotografare piccoli oggetti. La distanza ravvicinata di scatto implica una profondità di campo ridotta e quindi per avere il soggetto completamente a fuoco è necessario impostare delle aperture molto basse. 
Grazie a questi obiettivi è possibile scoprire dettagli spesso invisibili negli oggetti fotografati. 

4.7 Teleobiettivi e ultra teleobiettivi

I teleobiettivi sono gli obiettivi con le lunghezze focali maggiori (>70mm). Con lunghezze focali molto alte l'angolo di campo viene ristretto e questo ha l'effetto di diminuire il senso di prospettiva "avvicinando" i soggetti in primo piano a quelli sullo sfondo. Le lunghezze focali alte hanno anche la caratteristica di diminuire la profondità di campo portandola anche a pochi mm. 
Questi obiettivi sono adatti per scattare foto di sport, ritratti e natura.

venerdì 5 agosto 2011

Pausa estiva! Le vacanze sono finalmente arrivate

Salve a tutti coloro che seguono questo blog, per ora pochi, ma spero molto presto aumentiate. Per via dell'estate non potrò più scrivere con molta frequenza su questo blog, quindi temo che troverete meno cose interessanti, ma vi prometto che cercherò di scrivere il prima possibile! Vi lascio con queste foto scattate qua e la!

Foto scattata il 02/08/2011 - 18:43 con una Pentax k-5
lente Pentax DA 35mm f/2,8 Macro Limited
Dati di scatto: f/4 ISO: 80 Otturatore: 1/125 sec no flash
Foto scattata il 02/08/2011 - 18:45 con una Pentax k-5
lente Pentax DA 35mm f/2,8 Macro Limited
Dati di scatto: f/3.5 ISO: 80 Otturatore: 1/125 sec no flash

Foto scattata il 02/08/2011 - 18:56 con una Pentax k-5
lente Pentax DA 35mm f/2,8 Macro Limited
Dati di scatto: f/4 ISO: 80 Otturatore: 1/180 sec no flash

Foto scattata il 02/08/2011 - 22:33 con una Pentax k-5
lente Pentax DA 35mm f/2,8 Macro Limited
Dati di scatto: f/2.8 ISO: 800 Otturatore: 1/10 sec no flash

Tra una foto e l'altra, lanciamo in aria la nostra Reflex

Avete mai provato a lanciare per aria una macchinetta fotografica? Quello che otterrete potrebbe anche essere strabiliante.

Foto scattata il  04/08/2011 - 22:11 con una Pentax k-5
lente Pentax DA 35mm f/2,8 Macro Limited
Dati di scatto: f/2.8 ISO: 80 Otturatore: 4 sec no flash

Foto scattata il  04/08/2011 - 22:11 con una Pentax k-5
lente Pentax DA 35mm f/2,8 Macro Limited
Dati di scatto: f/2.8 ISO: 80 Otturatore: 4 sec no flash

giovedì 4 agosto 2011

Manuale alla fotografia digitale: 3. Modalità di scatto della fotocamera


La maggior parte delle fotocamere digitali hanno le seguenti modalità di esposizione: Auto , Programma (P), priorità di diaframma (Av), Priorità dei tempi (Tv), Manuale (M) e Bulb (B). Av, Tv e M sono spesso chiamati “modalità creative” o “esposizione automatica (AE)”.

Ognuna di queste modalità influenza in modo differente l’apertura, la sensibilità ISO e la velocità dell'otturatore scelti per una data esposizione. Alcune modalità cercano di raccogliere tutti i tre valori per voi, mentre altri consentono di specificare una delle impostazioni e la fotocamera sceglie le altre due (ove possibile). I grafici seguenti descrivono ogni modalità di esposizione:




Modalità di esposizione
Come lavora
Auto
La fotocamera sceglie tutte le impostazioni di esposizione
Program (P) La fotocamera sceglie l’apertura del diaframma e la velocità dell’otturatore; si può però scegliere la velocità ISO e la compensazione dell’esposizione (foto ± chiara). Con alcune fotocamere la modalità P può funzionare anche come un’ibrido delle modalità Av & Tv
Priorità del diaframma (Av o A) Si specifica l’apertura del diaframma e la velocità ISO; la fotocamera determina in automatico la corretta velocità di scatto
Priorità ai tempi di scatto (Tv o S) Si specifica la velocità dell’otturatore e la velocità ISO; la fotocamera sceglie in automatico la corretta apertura del diaframma
Manuale (M) Si specificano tutti e tre i valori; indipendentemente dal fatto che essi garantiscano o meno una corretta esposizione
Bulb (B) Utile per esposizioni maggiori di 30 secondi. Si specifica l’apertura focale e la velocità ISO; la velocità dell’otturatore è controllata da un telecomando oppure finchè si tiene premuto il tasto di scatto della fotocamera.
Inoltre, la fotocamera può anche avere diverse modalità preimpostate, le più comuni includono paesaggio, ritratto, sport e notturno. I simboli utilizzati per ogni modalità variano leggermente da una telecamera all'altra, ma è probabile che sembrano simili a quelli qui sotto:

Modalità di esposizione
Come lavora
Ritratto  La fotocamera tenta di prendere il più basso valore di f per una data esposizione, questo garantisce la minore profondità di campo possibile
Paesaggio  La fotocamera tenta di prendere il più alto f per garantire una grande profondità di campo. Le macchine compatte normalmente settano anche la loro distanza focale all’infinito
Sport/soggetti in movimento  La fotocamera cerca di utilizzare il più veloce dempo di scatto per una data esposizione - idealmente 1/250 di secondo o più veloce. Inoltre utilizza un basso f. L’alto tempo di scatto è anche utilizzato aumentanto la velocità ISO più di quanto si sarebbe accettato nella modalità ritratto.
Notte/luce fioca La fotocamera permette all’otturatore velocità che sono maggiori rispetto a quelle ordinariamente permesse per fotografie senza cavalletto e aumenta anche la velocità ISO vicino al valore più alto possibile. Tuttavia per alcune fotocamere questa modalità vuol dire che un flash è utilizzato per illuminare il soggetto in primo piano e che l’alto tempo di scatto serve per illuminare lo sfondo. Controllare nel manuale di istruzioni della propria macchina fotografica per le caratteristiche della propria macchina fotografica

mercoledì 3 agosto 2011

Manuale alla fotografia digitale: 2.3.3 Quando utilizzare la misurazione parziale, spot o pesata al centro

La misurazione parziale e la misurazione spot danno al fotografo il controllo sull’esposizione di gran lunga superiore rispetto alle altre impostazioni, ma questo significa anche che questi sono anche più difficili da usare (almeno inizialmente). Sono utili quando vi è un oggetto relativamente piccolo all'interno della scena che abbia il bisogno di essere perfettamente esposta, o sapere comunque che sarà fornita la corrispondenza più vicina al grigio medio.
Una delle più comuni applicazioni di lettura parziale è quando si vuole fare un ritratto di qualcuno che è retroilluminato. La misurazione esterna al volto può aiutare a evitare di avere un soggetto sotto-esposto su di uno sfondo luminoso. D'altra parte, bisogna fare attenzione anche all'ombra della pelle della persona che potrebbe portare ad un'esposizione inesatta se è ben lontana dall'essere un riflesso grigio-neutro ma probabilmente meno inesatti, di quello che sarebbe stato causato dal controluce.
La misurazione spot è utilizzato meno spesso perché la sua area di misurazione è molto piccola e quindi abbastanza specifica. Questo può essere un vantaggio quando si è sicuri sulla riflessione del soggetto e si vuole avere una scheda appositamente progettata di grigio (o un altro oggetto di piccole dimensioni).


La lettura spot e la lettura parziale sono anche molto utili per le esposizioni creative oppure quando è presente una luce ambientale insolita. Negli esempi a sinistra e a destra qua sotto, si potrebbe mettere in primo piano le caselle con una luce diffusamente accesa, mentre nella seconda si potrebbe mettere nel campo della misurazione la parte della pietra illuminato direttamente sotto l'apertura verso il cielo.


Note sulla misura pesata al centro:
Una volta la misurazione pesata (o ponderata) al centro era un’impostazione molto comune nelle macchine fotografiche, perché gestisce bene l’esposizione con un cielo luminoso sopra e un paesaggio più scuro sotto, per esempio. Al giorno d'oggi, è stata più o meno superata in termini di flessibilità dalla misurazione valutativa e matrix, e anche dalla specificità della lettura parziale e spot. D'altra parte, i risultati prodotti dalla misurazione ponderata al centro sono molto prevedibili, mentre modalità di misurazione matrix e valutativa sono complicati algoritmi che sono più difficili da prevedere. Per questo motivo alcuni preferiscono usarla come la modalità predefinita di misura.

Compensazione dell’esposizione:
In qualsiasi delle suddette modalità di misurazione è possibile utilizzare una funzione chiamata compensazione dell'esposizione (CE). Il calcolo di dosaggio funziona ancora come di consueto, salvo che le impostazioni finali vengono poi compensate dal valore di CE. Questo permette di fare correzioni manuali se si osserva una modalità di misurazione che sia costantemente sotto o sovra-esposta. La maggior parte delle fotocamere consentono fino a 2 stop di compensazione dell'esposizione, ogni tappa della compensazione di esposizione fornisce sia un raddoppio o dimezzamento della luce rispetto a ciò che il modo di misurazione esposimetrica corrente avrebbe calcolato. Un valore zero significa nessun compenso verrà applicato (default).
La compensazione dell'esposizione è l'ideale per la correzione degli errori di misura nella fotocamera causati da un'insufficiente o da una troppa riflettività del soggetto. Non importa quale sia la modalità di misurazione che si stia utilizzando, in quanto l’esposimetro della fotocamera sarà sempre in errore con soggetti tipo una colomba bianca in una bufera di neve (vedi luce incidente vs luce riflessa). Le fotografie nella neve richiederanno sempre una compensazione dell'esposizione, mentre un'immagine a bassa chiave (low key - vedi capitolo sul tono e il contrasto) può richiedere una compensazione negativa.
Durante le riprese in modalità RAW in condizioni di illuminazione difficili, a volte è utile settare un’esposizione leggermente negativa (0,3-0,5), questo per evitare di catturare tonalità troppo alte (vedi sempre capitolo sul tono e il contrasto).Infatti è possibile aumentare l'esposizione dopo aver scattato la fotografia. In alternativa, una compensazione dell'esposizione positiva può essere utilizzato anche per migliorare il rapporto segnale / rumore (Rumore di fondo nelle immagini (Noise) in situazioni in cui le luci sono ben lungi dall'essere tagliate.

lunedì 1 agosto 2011

Manuale alla fotografia digitale: 2.3.2 modalità di esposizione

Al fine di esporre con precisione una più ampia gamma di combinazioni di illuminazione e di riflessione diverse, le fotocamere sono dotate di numerose opzioni di misurazione. Ogni opzione funziona tramite l'assegnazione di diverse zone per la misurazione della luce, quelle con un coefficiente più alto sono considerate più affidabili, e quindi contribuiscono maggiormente al calcolo dell'esposizione finale.

La misurazione parziale e quella spot misurano circa del 13.5%
e 3.8% dell’area totale dell’immagine (corrispondono alle
impostazioni della Canon EOS 1D Mark II)

Le regioni più bianche sono quelle che contribuiscono maggiormente per il calcolo dell’esposizione, mentre le aree nere vengono ignorate. Ciascuno degli schemi di dosaggio sopra può anche essere collocato in posizione decentrata, a seconda delle opzioni di misurazione e di messa a fuoco automatica.


Algoritmi più sofisticati possono andare al di là di una semplice mappa regionale e comprendono: misurazione valutativa, a zona e la misurazione Matrix. Queste sono di solito le impostazioni predefinite quando la fotocamera è impostata per l'esposizione automatica. Ogni modalità funziona dividendo l'immagine in alto in numerose sotto-sezioni, in cui per ogni sezione viene quindi considerata l'intensità della luce o colore in relazione con la sua posizione relativa. La posizione del punto di messa a fuoco automatica e l'orientamento della fotocamera (verticale vs paesaggio) possono anche contribuire al calcolo.

Manuale alla fotografia digitale: 2.3.1 Esposimetro

In breve
Le fotocamere hanno la possibilità di calcolare i valori di scatto e di apertura del diaframma in modo completamente automatico, ma come? 
Al loro interno è presente un esposimetro. 
L'esposimetro è lo strumento utilizzato in fotografia e nel cinema per quantificare la luce presente in una scena. Fornisce un valore di esposizione con il quale si può risalire alla coppia tempo / diaframma migliore. 
Nelle reflex è presente un esposimetro di base incorporato chiamato TTL (Through the lents) che, a differenza degli esposimetri normali che raccolgono i dati della luce diretta, esso raccoglie dati attraverso la lente dell’obbiettivo, quindi la luce riflessa. 
Il problema del TTL è che tratta la luce vedendo solo le tonalità grigie, non trattando i colori. 
Quindi per il TTL un soggetto chiaro riflette molta più luce rispetto ad uno scuro. 
Facciamo 2 esempi: 
Se abbiamo questa immagine:


Mettiamo adesso in risalto a parte chiara:

La macchina fotografica mi calcola ± correttamente la giusta esposizione per la foto e io riesco ad utilizzare il TTL e scegliere i giusti valori di ISO, tempo di scatto e apertura del diaframma.

Mettiamo in primo piano la parte scura:

La macchina fotografica sbaglia a calcolare la corretta esposizione e mi dice che a parità di apertura del diaframma e di sensibilità ISO, devo prolungare il tempo di scatto, quindi mi risulterà una foto finale troppo chiara e quindi sovraesposta. Questo perché? perché una superficie scura riflette meno luce rispetto ad una chiara ed a parità di luce ambientale, la fotocamera ne pretende di più.
Conoscere come la vostra macchina fotografica digitale analizzi la luce è un concetto fondamentale per il raggiungimento di corrette esposizioni che siano coerenti e precise. Il dosaggio della luce è il cervello che la vostra fotocamera utilizza per determinare la velocità dell'otturatore e l'apertura, in base alle condizioni di illuminazione e la velocità ISO. Tra le opzioni di misurazione incluse nella fotocamera spesso troviamo: parziale, zona valutativa o matrix, ponderata al centro e la misurazione spot. Ciascuna di queste condizioni di illuminazione, hanno condizioni in cui eccellono - ma anche condizioni alle quali non funzionano bene. La comprensione di queste può migliorare la propria intuizione fotografica per capire come una fotocamera misura la luce.

Prima di iniziare: Luce incidente vs luce riflessa

Tutti i misuratori di luce interni alla macchina fotografica hanno un difetto fondamentale: attraverso questi è possibile misurare soltanto la luce riflessa. Questo significa che il meglio che possono fare è indovinare quanta luce in realtà colpisce il soggetto.




Se tutti gli oggetti riflettessero la stessa percentuale di luce incidente, questo misuratore di luce dovrebbe funzionare bene, però i soggetti del mondo reale variano notevolmente nel loro modo di riflettere la luce. Per questo motivo, la misurazione della fotocamera è standardizzato in base alla luminosità della luce che sarebbe riflessa da un oggetto che appare come scala di grigio. Se la fotocamera è rivolta direttamente a un qualsiasi oggetto più chiaro o più scuro del grigio medio, l’esposimetro della fotocamera calcola in modo errato o per eccesso o per difetto la giusta esposizione. Un misuratore portatile di luce sarebbe utile per calcolare l'esposizione corretta per qualsiasi oggetto sotto la luce incidente.

*Più preciso quando si utilizza un display che è vicino allo spazio di colore sRGB
 e quando si ha fatto la calibrazione del monitor correttamente,
I monitor trasmettono la riflessione al contrario, anche questa è una limitazione.

Che cosa costituisce il grigio medio? Nel settore della stampa è standardizzato, come la densità dell'inchiostro che riflette il 18% della luce incidente, tuttavia le fotocamere raramente aderiscono a questo. Questo argomento merita una discussione a sé stante, ma per gli scopi di questo manuale è sufficiente sapere che ogni fotocamera ha un difetto da qualche parte nei toni del grigio medio (~ 10-18% di riflessione). La misurazione di un soggetto che riflette più o meno luce di quanta sia necessaria, può causare all’algoritmo di misurazione della fotocamera un errore che può causare una sovra o sotto-esposizione.



Un esposimetro nella fotocamera può funzionare bene se la riflessione del oggetto sia sufficientemente diversificata in tutta la foto. In altre parole, se vi è una ripartizione variabile dal buio alla luce nell’oggetto, il riflesso medio rimarrà pressappoco sul grigio medio. Purtroppo, alcune scene possono avere un significativo squilibrio dei riflessi del soggetto, ad esempio una foto di una colomba bianca sulla neve, o di un cane nero seduto su un mucchio di carbone, possono creare errori di valutazione nell’esposimetro della fotocamera. Per tali casi la fotocamera può tentare di creare un'immagine con un istogramma la cui vetta principale è nei mezzitoni, anche se dovrebbe essere invece prodotto questo picco nelle luci alte o nelle ombre (vedi capitolo sugli istogrammi).

Manuale alla fotografia digitale: 2.3 Sensibilità ISO

In breve:
L’ISO è la sensibilità del sensore, più questo valore è basso, meno il sensore è sensibile alla luce, al contrario, più questo valore è alto, più sensibile è il sensore, però con valori elevati di ISO, è presente un rumore di fondo che crea una sorta di effetto granulosità della foto.
La sensibilità ISO determina la sensibilità del sensore della fotocamera alla luce. Simile alla velocità dell'otturatore, si correla anch’essa 1:1 rispetto all’aumento o alla diminuzione dell’esposizione. Tuttavia, a differenza dell’apertura focale e della velocità dell'otturatore, una minor velocità ISO è quasi sempre auspicabile, poiché alte sensibilità ISO aumentano notevolmente il rumore dell'immagine. Come risultato, la velocità ISO si aumenta solo di quel poco che può bastare per avere l'apertura focale desiderata e la velocità dell'otturatore che altrimenti non sarebbero stati ottenibili.




Il rumore dell'immagine è anche conosciuto come “grana” in fotografia su pellicola tradizionale (rullino). 
Infatti una fotografia con un disturbo elevato è anche detta sgranata. 
Le velocità ISO più comuni sono 100, 200, 400 e 800, anche se molte fotocamere permettono anche valori inferiori o superiori (come 25, 50, 1600, 3200, 6400, 12800...). Con le fotocamere compatte, una velocità ISO nel range di 50-200 generalmente produce un rumore accettabilmente basso, mentre con le fotocamere reflex digitali, un intervallo di 50-800 (o superiore) è spesso accettabile. 
Con le fotocamere reflex attuali è possibile spingersi anche a valori di 1600, 3200, 6400, 12800 e alcune professionali fino a 25600, però, ovviamente, aumentando i valori di ISO, aumenta anche il rumore, dando alla foto uno sgradevole effetto sgranato.