La profondità di campo dipende dall’apertura del diaframma. Più si chiude il diaframma (per esempio f/11 al posto di f/8), più la profondità di campo aumenta. L’incremento è inversamente proporzionale alla lunghezza focale dell’obiettivo, per cui la profondità di campo con apertura f/11 su un obiettivo da 28mm è più ampia di quella con apertura f/11 su un obiettivo da 300 mm. La profondità di campo aumenta anche se il soggetto è lontano dalla fotocamera, mentre è limitata a distanze ravvicinate.
Usi della profondità di campo
Una profondità di campo estesa, dovuta a una piccola apertura del diaframma, a un grandangolare, a una messa a fuoco lontana o una combinazione di questi fattori, si usa per:
- Paesaggi e vedute generali da grandangolare;
- Strutture architettoniche, quando si vuole cogliere anche l’area di primo piano, per esempio la pavimentazione davanti a un edificio;
- Interni, compresi i pezzi d’arredamento vicini, quelli lontani e l’ambiente in generale.
Come effetto secondario un diaframma chiuso riduce la luce parassita e migliora le prestazioni dell’obiettivo.
Una profondità di campo ridotta, associata a un diaframma aperto, lunghezza focale elevata, messa a fuoco ravvicinata o a una combinazione di questi fattori, limita l’area nitida ed è utile per:
- Ritratti, per concentrare l’attenzione sul soggetto;
- Ridurre il peso di elementi che non possono essere esclusi dal campo visivo dell’obiettivo;
- Isolare il soggetto da elementi estranei.
Profondità simulata
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Canon EOS-50 con obiettivo 28-105. Pellicola ISO 100. Scanner Nikon LS-1000 |
Un angolo di ripresa stretto dà una profondità di campo limitata: potete simulare l’effetto di un teleobiettivo dotato di una sorprendente profondità di campo tagliando l’inquadratura di un’immagine grandangolare. In questo caso, una scena ripresa con un obiettivo da 28 mm è stata rifilata come apparirebbe attraverso un obiettivo da 200 mm.
Messa a fuoco selettiva
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Leica R6 con obiettivo 70-210 mm Pellicola ISO 50. Scanner Microtek 4000t. |
Lo scatto di un teleobiettivo con il diaframma completamente aperto ha intenzionalmente lasciato il volto della ragazza completamente fuori fuoco. Una conseguenza non voluta è invece la fusione del colore tra primo piano e sfondo, che rende ogni correzione cromatica un’ardua impresa. È stato difficile anche ottenere un duplicato soddisfacente della diapositiva originale e anche la scansione ha richiesto parecchio lavoro correttivo.
Soggetto decentrato
In casi come questo qua a destra, per evitare che la fotocamera imposti automaticamente la messa a fuoco a metà dell’inquadratura. Per scattare la foto basta semplicemente puntare la macchina sui ragazzi e poi successivamente ricomporre l’inquadratura. Pur con molta luce e una ripresa da lontano (100 m), la profondità di campo è limitata dalla lunghezza focale dell’obiettivo.
- Canon EOS-1n con obiettivo 100-400 mm con moltiplicatore di focale 1.4x. Pellicola ISO 100. Scanner Microtek 4000t.
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