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martedì 20 settembre 2011

Manuale alla fotografia digitale: 6 Profondità di campo

Introduzione
La profondità di campo è lo spazio davanti e dietro il piano di messa a fuoco entro il quale gli oggetti appaiono ancora sufficientemente nitidi. È importante perché consente al fotografo di comunicare efficacemente le proprie idee visive. Può essere usata, per esempio, per dilatare lo spazio, per dare l’impressione di essere all’interno della scena o per sottolineare la separazione tra diversi elementi dell’immagine. 
Nella prima parte di questo manuale riguardante l'esposizione si è accennato come l'uso consapevole di tempi e diaframmi sia il primo passo nell'interpretare personalmente lo scatto. Riprendendo brevemente quanto detto riguardo ai tempi di scatto, si può affermare che a iso 100, con uno zoom standard (18-85 mm), i tempi di sicurezza sono quelli più brevi di 1/125; ciò consente di ottenere foto nitide nelle riprese di paesaggio, natura morta e ritratto. Nel momento in cui il soggetto e la fotocamera non sono fermi, entra in gioco il fattore mosso. Il tempo di scatto da utilizzare sarà funzione dell'effetto desiderato: si vuole mantenere nitidezza e congelare l'azione (avere quindi un soggetto fermo senza sfumature o altro)? Oppure si vuole restituire dinamismo, frenesia, velocità? Se si opta per la prima scelta i tempi di scatto dovranno essere tanto brevi quanto più il movimento relativo è accentuato: una persona che cammina si può bloccare a 1/125, due bambini che si lanciano una palla possono essere congelati da 1/250 ma la palla probabilmente sarà nitida solo a partire da 1/500. Così, una gara ciclistica od un'automobile in marcia lungo la strada potranno richiedere 1/1000; va considerato, infatti, anche come si muove il soggetto rispetto alla fotocamera: gli sta andando incontro oppure attraversa la perpendicolare al piano focale? Nel secondo caso il rischio di mosso sarà più elevato. 
Se si opta per la seconda scelta saranno i tempi lunghi a fare da padroni: 1/30 ad una partita di calcio, 1/15 ad un balletto o in mezzo al traffico dell'ora di punta, qualche minuto nella ripresa di un cielo stellato. Sperimentare con i tempi lunghi è decisamente stimolante e ci si può accorgere che gli effetti migliori li si ottengono con gli intervalli di esposizione più spinti.



Il secondo parametro a disposizione del fotografo sono i diaframmi, li si è paragonati ad un rubinetto: diaframmi aperti lasciano passare tanta luce, diaframmi chiusi ne lasciano passare poca; la loro funzione principale è regolare la profondità di campo, ovvero l'ampiezza della zona nitida davanti e dietro il piano di messa a fuoco. 

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